Chi è
Cindy Sherman è una delle figure più importanti e influenti nel mondo della fotografia contemporanea. Nata nel 1954 a Glen Ridge, New Jersey, è conosciuta soprattutto per i suoi “autoscattti” concettuali, in cui si trasforma in una varietà di personaggi, esplorando temi come l’identità, il genere, e la rappresentazione nei media.
Gli inizi e la “Untitled Film Stills”
Sherman ha iniziato la sua carriera artistica negli anni ’70, frequentando il Buffalo State College, dove ha iniziato a sperimentare con la fotografia. La sua serie più celebre, “Untitled Film Stills” (1977-1980), è composta da 69 fotografie in bianco e nero in cui l’artista si ritrae in vari ruoli femminili stereotipati, ispirati al cinema degli anni ’50 e ’60. Queste immagini, che sembrano fotogrammi tratti da film immaginari, hanno immediatamente attirato l’attenzione del mondo dell’arte, diventando un simbolo della fotografia postmoderna.
La svolta degli anni ’80 e le “History Portraits”
Negli anni ’80, Sherman ha continuato a esplorare il tema dell’identità e della rappresentazione, ampliando i suoi soggetti e le sue tecniche. La serie “History Portraits” (1988-1990) la vede reinterpretare famosi dipinti del passato, trasformandosi in figure storiche o mitologiche. Queste opere, spesso caratterizzate da un forte senso di teatralità e artificio, mettono in discussione l’idea di un’identità fissa e stabile, suggerendo che siamo tutti “personaggi” in continua evoluzione.
Gli anni ’90 e la sperimentazione con il colore
Negli anni ’90, Sherman ha iniziato a utilizzare il colore in modo più esplicito, sperimentando con diverse tecniche e materiali. La serie “Untitled” (1996-1997) la vede ritratta in pose grottesche e inquietanti, con protesi e trucco eccessivo, esplorando i lati oscuri e nascosti della psiche umana.
Il nuovo millennio e la continua evoluzione
Nel nuovo millennio, Sherman ha continuato a sorprendere il pubblico con la sua capacità di reinventarsi e di esplorare nuovi territori. La serie “Clowns” (2003-2004) la vede trasformarsi in clown inquietanti e malinconici, mentre la serie “Society Portraits” (2008) ritrae donne dell’alta società in pose rigide e formali, mettendo in discussione i codici e le convenzioni sociali.
Lo stile e l’eredità di Cindy Sherman
Lo stile di Cindy Sherman è unico e inconfondibile. Le sue fotografie sono caratterizzate da un forte senso di teatralità, artificio e autoironia. L’artista utilizza il travestimento, il trucco, e la messa in scena per creare personaggi complessi e ambigui, che mettono in discussione le nostre certezze sull’identità e sulla realtà. L’eredità di Sherman è immensa. Il suo lavoro ha influenzato generazioni di artisti, fotografi e registi, aprendo nuove prospettive sulla ritrattistica e sulla rappresentazione del sé. Le sue immagini sono diventate icone della cultura contemporanea, stimolando dibattiti e riflessioni sul ruolo dell’arte e dei media nella costruzione della nostra identità.
Citazioni celebri
- “Non ho niente da dire. Il mio lavoro è il mio silenzio.”
- “Non mi considero una fotografa. Sono un’artista che usa la fotografia.”
- “Non sono interessata a rivelare il mio vero io. Sono interessata a creare personaggi.”
Mostre e riconoscimenti
Il lavoro di Cindy Sherman è stato esposto in importanti musei di tutto il mondo, tra cui il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, e la Tate Modern di Londra. Nel 2012, il MoMA le ha dedicato una grande retrospettiva, celebrando la sua carriera e il suo contributo all’arte contemporanea. Sherman ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il MacArthur Fellowship nel 1995 e il Praemium Imperiale nel 2020.
Fotografie Iconiche di Cindy Sherman
- Untitled Film Still #21, 1978. Questa è una delle opere più riconoscibili della serie “Untitled Film Still” di Sherman. In questa serie, Sherman si fotografa in bianco e nero, assumendo il ruolo di attrici in film immaginari degli anni ’50 e ’60. “Untitled Film Still #21” la ritrae come una donna in un ambiente urbano, evocando un senso di mistero e malinconia tipico del cinema noir.
- Untitled Film Still #56, 1980. Un altro esempio potente dalla stessa serie. In “Untitled Film Still #56”, Sherman interpreta una donna in un ambiente domestico, con un’espressione che suggerisce ansia o preoccupazione. Questa immagine, come molte della serie, esplora gli stereotipi femminili nei media e nella cultura popolare.
- Untitled #96, 1981. Questa fotografia a colori fa parte della serie “Centerfolds/Horizontals”. In essa, Sherman si sdraia su un pavimento piastrellato, vestita con un abito arancione e un’espressione vulnerabile. L’opera sfida le convenzioni delle riviste patinate e i modi in cui le donne sono tradizionalmente rappresentate come oggetti di desiderio nello sguardo maschile.
- Untitled #153, 1985. Questa foto appartiene alla serie “Fairy Tales”. Qui, Sherman si trasforma in una figura grottesca e quasi caricaturale ispirata ai racconti popolari. “Untitled #153” mostra un personaggio con un trucco pesante e un’espressione intensa, allontanandosi dalle figure femminili glamour delle “Untitled Film Still” e addentrandosi in territori più oscuri e perturbanti.
- Untitled #228, 1990. Parte della serie “History Portraits”, questa fotografia a colori si ispira ai dipinti classici, in particolare quelli rinascimentali e barocchi. In “Untitled #228”, Sherman si rappresenta come Giuditta che decapita Oloferne, reinterpretando un tema storico e artistico tradizionale con il suo stile unico e provocatorio.
Queste sono solo alcune delle molte fotografie iconiche di Cindy Sherman. La sua opera ha avuto un impatto enorme sull’arte contemporanea, esplorando temi come l’identità, la rappresentazione e la costruzione del sé attraverso la fotografia e la performance.

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